Fan Reviews
The concert was amazing! The setlist was awesome, featuring the best of The National. Matt and the band were killing it on stage. The venue was stunning, but it was a bit of a downer that people on the balconies had to stay seated, which kind of killed the vibe up there.
On the other hand, the main floor was buzzing with energy, and Matt interacted with the crowd, creating an electric atmosphere. I had a fantastic time. The National definitely proved they are one of the best bands in the world.
The LP concert was amazing! Her voice is incredible and also the songs! A very good show!!
Bellissimo concerto. LP è un fenomeno
Fabulous show! LP is the best. There is no singer like her. She is pure talent and lots of love. I hope to attend many more of her concerts.
Kraftvoller Rock mit einer gehörigen Portion Soul, perfekt vorgetragen von sieben blendend aufgelegen Musikern. Eine Band in Spiellaune traf ein begeistertes Publikum, dazu eine perfekte Akustik. Und der angekündigte Regen blieb aus! Besser geht's nicht.
Astounding! In a special night in Auditorium Cavea ( the acoustic is perfect) with Mr Weller that playing his guitars in a journey trough a mix of new, old and more older tunes
Awesome show, just as expected!!! Loved the venue - I could be closer to the scene, sound was great!!! Thank you for amazing day!!!
James Bay fantastico, sound quasi anni 70 alla fleetwood mac, ottima acustica, bei pezzi, e un sacco di soli di chitarra! Stra consigliato! 😊
she was literally creating new gods.
Great evening of music.
Apart from a couple of songs of the latest works, it has been amazing.
It was way too expensive even though the venue was absolutely incredible.
Thank you very very veeeeeery much, guys ❤
A great perfrormance with supergreat musicians! In this show Frank combined quality without compromise with entertainment and groove with many tunes! For sure, one of the best fusion guitar player of all times!
Increíble la energía y fuerza del grupo por el que no pasan los años. 2 horas completas de concierto lleno de clásicas. Fantástico.
Una atmosfera mistica e sensuale. Lui, un maestro ed un menestrello straordinario. Un artista anomalo, ironico e amabile!
Grande musica !! Esecuzioni molto libere e creative con musicisti sopraffini. Verrebbe da chiamarlo free blues, per richiamare il free jazz... Rickie è un'antidiva totale. 60 passati da un pezzo ma indossa chissà perché un vestitino nero, corto e attillato con il quale combatte corpo a corpo per tutto il concerto. Ride, parla da sola, apostrofa il pubblico "Ehi, ma come siete seri...!!!". Quando parla ha una cantilena un po' stanca e strascicata, un timbro arrochito che punta un po' verso il suo amato Tom... Poi improvvisamente inizia a cantare e si trasforma completamente. La vocetta nasale e quasi infantile che l'ha resa famosa spunta dal nulla, ed inizia a giocare con una maestria priva di ogni vanità. Poi si mette ad armeggiare con un altoparlante, poi dice ai musicisti di smettere di suonare perché vuole finire il pezzo solo con voce e pianoforte... Concordo con lei : il pubblico dell'Auditorium era davvero troppo ingessato e compassato per questa eterna ribelle...
Top like always Glen is a Magician on the stage and out of the stage!👍🏻😉☘️
Evento molto bello.. ma poche canzoni originali :(
De André canta De André "Storia di un impiegato" ROMA 11 febbraio 2019 Auditorium Parco della Musica, sala Santa Cecilia. La recensione di Luis "Redwood" Almasi.
Applausi ed un affetto immediato e totale accolgono Cristiano De André non appena questi appare sul palcoscenico della Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma. <> dice visibilmente colpito, riferendosi apertamente al calore che il pubblico capitolino da sempre gli riserva.
"De André canta De André" è una formula dal successo ormai collaudato. Lo spettacolo, che prima consisteva sostanzialmente nella riproposizione delle canzoni di Fabrizio De André (spesso riviste negli arrangiamenti), è ora portato ad un livello superiore. Il tentativo è quello di esplorare, studiare, approfondire in modo organico e, in fine, riproporre nell'attualità l'opera del padre; per il suo valore non solo letterario ma sociologico e politico.
L'opera scelta è "Storia di un impiegato", concept album dedicato al "maggio francese"; disco scritto e composto da Fabrizio De André assieme a Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani.
Fabrizio non cavalcò mai l'onda di quel periodo, anzi, ne prese costantemente le distanze tant'è che negli anni del '68 si occupò di vangeli apocrifi (La buona novella) e degli epitaffi di Lee Masters (Non al denaro, non all'amore né al cielo), allo stesso modo nel 1973, nel cuore degli anni di piombo, tornò invece con un'opera sul "maggio francese", sul '68 appunto. L'album non va, a mio avviso, assolutamente visto come una celebrazione (anche se a tratti gustosissima). Fabrizio parla di questo impiegato che diventa bombarolo con scientifico distacco però, secondo me, è innegabile che traspaia una certa nostalgia per quei ragazzi che "lottavano così come si gioca", in anni dove non si gioca più; anni bui di attentati, gambizzazioni, eversione, terrorismo, strategia della tensione.
I contributi video, che scorrono sincronizzati con luci (bellissime) e musica su dei panneli posti sul fondo del palcoscenico, costituiscono parte integrante dello spettacolo; sono anzi l'elemento che più contribuisce a contemporaneizzare i contenuti con la visualizzazione di scene tratte dalla più corrente attualità (i gillet gialli) o icone di questa nostra epoca (Trump, Putin, Kim Jong-un). Una menzione particolare merita "Canzone del padre" che, nella specifica situazione e per la storia stessa di Cristiano, assume significati ulteriori ed emozionanti fino ai brividi, mentre sullo sfondo giganteggia l'immagine di Fabrizio che stringe la mano a Cristiano.
"Nella mia ora di libertà" viene cantata un po' da tutti con visibile commozione; una canzone il cui significato è stato ultimamente molto "piegato", a livello politico, dirompe invece con la sua essenziale profonda umanità: solitaria, pessimista ed esistenzialista.
E' dunque lasciato totalmente a musica, video e luci il compito di costruire il "fil rouge" che guida gli ascoltatori fin dentro al racconto di "Storia di un impiegato". La viva voce di Cristiano arriverà invece soltanto alla fine della prima parte, sia a chiarire quanto abbondantemente caratterizzato durante lo spettacolo, sia ad annunciare che nella seconda parte di parlerà sempre di potere (o di poteri) ma nel mondo attuale dove il potere spesso è celato o addirittura evocato dalle masse prone verso mode, feticci o semplice passiva abitudine.
Seconda parte dove però il racconto appare meno efficace, meno lucido. Viene il sospetto che senza il preambolo fatto da Cristiano sarebbe stato impossibile intuire quali fossero le sue intenzioni comunicative; mentre, nella prima parte, immagini e musica urlavano chiaramente dicendo più di quanto le parole potrebbero mai fare.
D'altronde "Storia di un impiegato" era un concept album, ovvero un disco pensato, ragionato e scritto per portare avanti in modo nitido delle idee, dei concetti per l'appunto. Non era dunque facile procedere a quel livello anche in questa seconda parte oppure, e mi piace pensare questo, dovremo attendere un'evoluzione futura dello spettacolo dove mi piacerebbe che fosse inserita anche qualche canzone dal bellissimo repertorio di Cristiano De André. "Natale occidentale" sarebbe stata perfetta, seppure capisco che avrebbe potuto prestarsi agli atteggiamenti da tifoseria che accompagnano spesso l'attuale opposizione politica. L'omaggio a Genova con "Creuza de mä" e "khorakhanè" sono due dei momenti più intensi di questo secondo atto. "Il pescatore" in versione rock e "Don Raffaè" riescono ad essere la consueta grande festa collettiva che suggella il volgere al termine di questa stupenda <> celebrata da Cristiano De André ad omaggiare e ringraziare Fabrizio, vera e propria <>.
Bravissima la band dove brilla, come sempre, il fedele e bravissimo Osvaldo Di Dio alle chitarre. Forse il suono della batteria era un po' troppo compresso, sacrificato nelle sfumature a vantaggio dell'impatto, della fisicità del suono. Tecnici ed ingegneri di palco e di sala pressoché impeccabili. Sacrificato anche il ruolo del violino, imbracciato solo un paio di volte e mai per parti di primissimo piano.
Il concerto è finito, il pubblico si è già in parte alzato dalle poltrone ma Cristiano torna sul palcoscenico per un ultimo bis (assolutamente fuori programma) regalandoci una promessa che vogliamo mantenere con "Canzone dell'amore perduto": non ci lasceremo mai...
All that you can imagine, or dream, is less than what a wizard like "Meister Ernst" can do with just a cello, some simple tool, all his soul, some people, air and vibrations! Never lost when you can see.
Concerto straordinario: tre musicisti che hanno suonato come un sol uomo
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