Francesco Cavestri

Da un lato, una leggenda dal jazz italiano. Un audace sperimentatore, che ha preso i confini del jazz e li ha rimodellati nel nome della libertà espressiva e della creatività artistica. Dall’altro, un giovane talento, riconosciuto da diversi premi prestigiosi e da collaborazioni di primo livello. Uno dei giovani pianisti più innovativi e interessanti del panorama jazzistico contemporaneo. Enrico Intra e Francesco Cavestri Nati nel 1935 e nel 2003, Enrico Intra e Francesco Cavestri sono due artisti separati da tre generazioni, ma uniti da un’incontenibile voglia di giocare con la musica, esplorandone le possibilità a cavallo tra due secoli. Enrico Intra, un improvvisatore straordinario, un catalizzatore di energie e di idee che sviluppava all’interno del leggendario Derby Club, locale milanese di cabaret da lui fondato che ha ospitato e lanciato alcuni dei più grandi artisti e attori che la recente storia d’Italia abbia conosciuto (da Paolo Villaggio a Giorgio Gaber, da Enzo Jannacci a Diego Abatantuono). Attivo anche come didatta, ha fondato i Civici Corsi di Jazz della Scuola Civica di Milano, punto di riferimento nel panorama meneghino dell’insegnamento della musica jazz. Dall’album con Gerry Mulligan (Gerry Mulligan meets Enrico Intra), alle collaborazioni con Chet Baker e Francesco Guccini, il Maestro Intra è da sempre dotato di una straordinaria tecnica pianistica, unita a una curiosità musicale sconfinata. Fin dal suo album “Momento Intra” pubblicato nel 1974, è uno dei musicisti jazz che più ha abbattuto le barriere tra generi, sperimentando con le sonorità elettroniche e ribadendo il valore meticcio e contaminato della musica improvvisata. Questa visione del jazz, pur nel salto generazionale, è condivisa anche dal giovane pianista, compositore e produttore discografico Francesco Cavestri. Classe 2003, è stato recentemente incluso da Forbes Italia nella lista Under 30 per il suo contributo all’innovazione musicale. Ha pubblicato tre album, collaborato con artisti del calibro di Paolo Fresu e Fabrizio Bosso, e si distingue per una visione del jazz che dialoga con l’elettronica, il rap e la musica contemporanea. Con le esplorazioni elettroniche dei suoi lavori, e la recente collaborazione con Willie Peyote, ha dimostrato un notevole eclettismo e una capacità unica di destreggiarsi tra linguaggi musicali e artistici diversi tra loro. L’incontro tra questi due artisti dà vita a un progetto speciale e inedito, che pone al centro il pianoforte – strumento simbolo di entrambi – arricchito da sintetizzatori, campionatori e voci. Il risultato è un concerto che intreccia, senza compromessi, jazz, musica elettronica e musica contemporanea. Un evento unico, che mette in dialogo due generazioni accomunate da un amore sconfinato per il jazz e tutte le sue infinite ramificazioni.