UltopiS

Un gangster malefico, un signore oscuro, uno spaventapasseri indemoniato e uno folle schizoide signore dei giocattoli: tutti insieme a stuprare sonorità consolidate sfoggiando il sorriso tagliente dei malvagi.
Sono gli ULTOPIS, i vendicatori, dal latino ultor-ultoris riscritto in greco secondo il suono.
Ma vendicarsi di chi e di che cosa?
Chi non hai mai desiderato un film in cui i “buoni” finissero dilaniati insieme ai loro falsi ideali, buoni al massimo per far entrare qualche merendina di plastica in ogni stramaledetta casa?
Chi non ha mai avuto l’istinto di massacrare la routine che ci fa dire ogni volta “si”, “non c’è problema”, “ma certo” e a mandare all’altro mondo tutto ciò che ci rende temibili e strepitose forze della natura?
Chi non si è mai sentito l’unico sano in un mondo di pazzi, o per meglio dire di sfigati?
Quelli che paiono dalla parte sbagliata, oggi, sono forse gli unici a porsi le domande che contano. Che senso ha portare avanti l’ovvio, le castrazioni socialmente autorizzate, la musica piatta che abbruttisce le menti e i lavoretti sciatti fatti per comprarsi il capo firmato a fine mese?

Esultate gente, i cattivi sono arrivati !!! A violentare la calma piatta, a scuoiare l’apatia dei sensi, a seviziare il pubblico che pensa di poter stare solo a guardare.
Uno spettacolo sempre in evoluzione, una performance a cavallo tra musica, teatro e interattività di strada, per iniziare a far trionfare i sacrosanti signori del male, così come li chiamano i poverissimi babbani.

Ripercorrendo la loro genesi, tra le radici ritmiche e sonore picchiano pesantemente i Faith No More, R.A.T.M. mentre tra le sonorità i forsennati Mr Bungle AT THE DRIVE IN,MARS VOLTA e - neanche a farlo apposta - gli Incubus.
A completare il quadro il no-sense dei RadioHead fino alle distorsioni devianti di David Lynch e l’imprevedibilità lunatico-schizoide del miglior teatro di Carmelo Bene.

Che dire, lunga vita a chi sopprime la non vita.